libro-NR1-2024

78 I numeri UNO - 2024 Si trattava di un contratto a termine, quindi mi son detta: resto due anni e poi vediamo. Non fosse che sono capitata al Centro, in un momento di grandi cambiamenti, pertanto, particolarmente interessante, senza contare che agli inizi ho dovuto imparare moltissimo. Io venivo dalla ricerca, quindi mi mancava tutta la parte di conoscenza del sistema, diciamo così, da informatico, che invece gli esperti al CSCS naturalmente padroneggiavano. Fortuna vuole che abbia trovato persone molto in gamba, che hanno avuto la pazienza e la capacità di trasferire questa conoscenza, di colmare questa mia lacuna. In realtà, l’analista di applicazioni l’ho fatto per poco tempo. Ben presto mi sono trovata nella condizione di assumere nuove responsabilità. Anche in questo caso, si conferma il fatto che io la carriera professionale, se così la possiamo chiamare, non l’ho fatta in quanto intenzionalmente cercata, bensì perché l’assunzione di nuove responsabilità derivava da necessità contingenti. E siccome io sono una persona che, quando le cose vanno fatte, le fa … Per distribuire le risorse ai ricercatori il Centro prevedeva una precisa procedura, che presupponeva una valutazione tecnica dei progetti sottoposti, verificando se i codici che i ricercatori intendevano utilizzare potessero effettivamente funzionare in maniera efficiente e efficace sul nostro sistema. A questa, si affiancava una valutazione scientifica. Questo compito era affidato a quello che all’epoca era il mio capo. Questo processo di peer review aveva ed ha tuttora delle scadenze altrettanto precise. Ho ancora ben impressa nella mente il giorno in cui il general manager mi chiamò nel suo ufficio e mi disse “Maria Grazia, abbiamo un problema: ci sono 50 progetti che attendono una valutazione e noi ancora non abbiamo ancora un singolo esperto scientifico che li valuti ”. Ignoro per quale ragione la procedura non fosse stata avviata, so però che, quando mi è stato chiesto di intervenire, ho passato le mie vacanze di Natale, coinvolgendo tutti i miei contatti personali del mondo scientifico e cercando intensamente scienziati con le competenze necessarie che fossero anche disponibili ad effettuare quelle valutazioni e alla fine riuscii con successo a completare il processo. Fu così che la responsabilità dello Programma degli Utenti e del review process mi venne assegnata in modo permanente. Piano, piano, il mio ruolo all’interno del Centro è andato evolvendo, fino a diventare group leader del team che garantiva il supporto ai ricercatori e a quei professori che dovevano preparare i progetti che ci venivano sottoposti. Così, quando il direttore generale del Centro, Thomas Schulthess, professore di Theoretical Physics all’ETH di Zurigo, ha deciso di farsi affiancare da alcuni peers, con cui condividere determinate responsabilità, ha creato la figura del direttore associato, io sono diventata una di questi. Oggi sono un direttore associato e, in Ticino, rivesto anche il ruolo di deputy director di Thomas Schulthess. Lo scorso anno, nel 2024, è stato introdotto un nuovo supercomputer. Si chiama Alps e consente di fare miliardi di miliardi di calcoli al secondo. In termini tecnici, l’unità di misura è l’exaflop e, come detto, equivale a 1018 operazioni matematiche a virgola mobile al secondo. La sfida ora è quella di aiutare i ricercatori computazionali a sfruttare le sue enormi potenzialità ed a gestire le grandi quantità di dati prodotte. Alla fine, quello che doveva essere un incarico temporaneo si è trasformato, evolvendosi, in qualcosa di duraturo. Resto due anni e poi… vediamo

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=