68 I numeri UNO - 2024 Gli esami non finiscono mai Sono Pugliese. Di Monte Sant’Angelo, sul Gargano. Un comune in provincia di Foggia, che deve la sua notorietà e il suo sviluppo alla Basilica di San Michele Arcangelo, diventata patrimonio dell’Unesco nel 2011. Lì, ci resto fino ai 19 anni. È lì che inizia il mio percorso scolastico dalle scuole elementari fino al liceo classico, passando naturalmente per le scuole medie . Una scelta che verosimilmente è stata influenzata dal fatto che provengo da una famiglia di avvocati e umanisti, strada che hanno intrapreso anche mio fratello e mia sorella. Con poche eccezioni, per certi versi, non allineati: uno zio della mamma e i suoi due bisnonni, tutti medici. I miei genitori, entrambi di vecchia scuola, erano convinti che frequentare il classico fosse il modo migliore per avere le basi su cui costruire qualsiasi tipo di formazione. Con il senno di poi, devo dire che avevano ragione. Durante i miei anni di liceo, scoprii una grande passione per la letteratura classica. Ho letto tutto sui miti greci. La lettura mi ha affascinato fin da piccolina. In questo sicuramente aiutata dal fatto di vivere in una casa piena di libri. E per fortuna, visto che dalla scuola libri non ne potevo prendere in prestito, in quanto, nonostante la mia insegnante d’italiano mi spronasse alla lettura, il preside, non so per quale bizzarra ragione, si rifiutava di prestare libri della biblioteca scolastica ai ragazzi. Questo episodio è rimasto indelebile nella mia memoria, visto che la scuola dovrebbe spingere alla lettura e non limitare soprattutto in anni così formativi. Comunque, quando si trattò di scegliere l’indirizzo non ho avuto alcuna esitazione: sono andata al liceo classico. Non me ne sono mai pentita. In realtà, a quei tempi, lo scientifico non è mai stata un’opzione. Anche allora c’era chi storceva il naso, evidenziando l’inutilità di studiare il greco o il latino. Lingue morte, pertanto inutilizzabili, non spendibili. A parte il fatto che in seguito nei miei studi universitari la terminologia scientifica con la quale mi sono confrontata è fortemente debitrice del latino e del greco, ma lo studio di queste lingue e di materie come la storia e la filosofia, che sono gli assi portanti del liceo classico, mi ha dato un metodo e un’apertura mentale che si sono rivelate fondamentali nel mio percorso formativo. Credo, e non sembri un paradosso, che proprio per queste ragioni io abbia chiaramente definito una certezza: dopo aver fatto il liceo classico, non avrei intrapreso studi umanistici. Con grande dispiacere del mio professore di storia e filosofia, che, con sincero scoramento, in occasione dell’esame di maturità, disse alla commissione - allora c’era ancora la commissione esterna – “ma vi rendete conto questa ragazza non vuole studiare materie umanistiche...”. Questione di metodo… e di apertura mentale
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