libro-NR1-2024

52 I numeri UNO - 2024 Fin da molto giovane, ho desiderato rendermi indipendente. Innanzitutto, economicamente. Uno dei punti fermi della mia vita personale, prima ancora di quella professionale, è sempre stata la tensione verso la libertà di poter sempre scegliere. In qualche modo, la prima decisione autonoma che ho preso in vita mia è stata proprio quella di raggiungere la mia autonomia. Per farlo credevo, a torto o a ragione, di dover andarmene dalla Calabria. In questo, sono stato sostenuto dai miei genitori, che mi hanno sempre garantito l’aiuto e l’incoraggiamento necessario per raggiungere la mia indipendenza. Da qui la scelta di iscrivermi ad Economia all’Università Bocconi di Milano. Arrivato a Milano, un giovane di 18 anni, per la prima volta da solo, e rimasi un po’ traumatizzato. Tant’è che il primo anno di università sostenni un solo esame: inglese. Praticamente avevo perso un anno. Ho però recuperato e alla fine sono riuscito a laurearmi in tempo, con il massimo dei voti e la lode. Frequentando l’università ho cominciato a diventare adulto e a capire le cose importanti. Mi son detto: ok, l’indipendenza economica va bene. Ma forse quello da solo come obiettivo non mi basta. All’epoca, in Bocconi, dopo i primi due anni si doveva scegliere l’indirizzo: economia aziendale, quella che prepara i manager del futuro, o economia, diciamo così politica, con uno studio più teorico, più quantitativo. La prima sembrava essere la scelta che portava più rapidamente verso il successo. Eppure, scelsi la seconda: l’idea di diventare un manager non mi si attagliava. Decisi così di approfondire i modelli macroeconomici, econometria e statistica. Da quel momento in poi ho iniziato a studiare. E a farlo con piacere, senza subire la pressione di quello che doveva essere il risultato finale. Anche i voti, comunque, sono migliorati, perché mi appassionavo sempre più alla materia. È in quel periodo che ho assunto la piena consapevolezza che ciò che contava davvero non era il voto, per quanto necessario, ma il percorso che facevo per ottenerlo. Con questa chiarezza ho incominciato a relativizzare anche l’equazione: ricchezza = indipendenza. Invariata è rimasta l’aspirazione alla libertà, che però iniziava ad avere significati più profondi: economica, certo, ma anche di pensiero, di spirito, di (non) appartenenza sociale. Ero costantemente attratto dalla varietà delle esperienze che, da giovane calabrese a Milano, avevo la possibilità di vivere: dall’impegno sociale e politico, alla frequentazione degli ambienti musicali, dal lavoro come bibliotecario per arrotondare le entrate e pagarmi gli extra alle feste e gli incontri con gente sempre nuova e diversa. I classici ingredienti di una vita universitaria attraversata con un forte senso di libertà e indipendenza interiore. Libero di poter scegliere

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