libro-NR1-2024

33 I numeri UNO - 2024 All’inizio fu il flauto dolce A 11 anni, durante una vacanza estiva da amici svizzeri a Berna, ad un concerto, scopersi il clavicembalo e subito me ne innamorai. Decisi che avrei imparato a suonarlo. Tornata in Sicilia per finire le scuole, iniziai a prendere lezioni private, per cercare di famigliarizzarmi con questo strumento che tanto mi affascinava. La musica è sempre stata molto, molto importante nella nostra famiglia: mio padre, suonava molto bene il pianoforte e desiderava che tutti noi figli avessimo l’opportunità di suonare qualche strumento. Non è un caso che tre dei cinque figli, me compresa, siano poi diventati musicisti professionisti. Inizialmente, stante che le disponibilità finanziarie di mio padre non gli consentivano di permettere a ciascuno di noi di prendere lezioni con uno strumento diverso, che fosse il pianoforte, il violino, il violoncello o un altro, scelse di introdurci alla musica attraverso uno strumento semplice ed economico: il flauto dolce. Scelta molto probabilmente facilitata dal fatto che, grazie alla sua attività al Centro di formazione, mio padre aveva conosciuto la famiglia Küng di Sciaffusa, che produceva questi strumenti e ce li ha forniti direttamente. Inoltre, la cognata del proprietario di questa ditta era una musicista, una pianista, e abitava a Berna. Da questa conoscenza, che poi diventerà un’amicizia, deriva l’opportunità di quella mia vacanza estiva, memorabile per via della scoperta del clavicembalo. Quando infatti ho sentito suonare questo strumento, ho capito istintivamente che era portante, il fondamento per la musica da camera, dato che offre possibilità ritmiche e armoniche. Terminato il ciclo di scuole obbligatorie a Trappeto, a 15 anni torno in Svizzera. Questa volta per restarci e intraprendere, alla Schola Cantorum Basiliensis, a Basilea appunto, lo studio di musica antica con specializzazione sugli strumenti a tastiera. Io a 11 anni ero molto brava con il flauto dolce. Facevo concerti, anche con l’orchestra. Mi ricordo che già a 9 anni ne avevo fatto uno a Perugia con l’orchestra della città. Pur essendo ancora piccola e inesperta, mi rendevo però conto che questo strumento si prestava ad un utilizzo limitato. Così ho incominciato a desiderare uno strumento più complesso, più significativo nell’esecuzione di musica da camera. Naturalmente, suonando il flauto dolce, mi ero mossa nel mondo della musica barocca. In tal modo, il clavicembalo è ideale come riferimento per tutta un’orchestra. Non è un caso che nel periodo barocco non ci fossero direttori d’orchestra, mentre c’era il maestro al cimbalo che dal clavicembalo dirigeva tutta un’orchestra. La cosa mi affascinò a tal punto che più tardi, dopo essermi diplomata come Maestro di cimbalo (sono un Maestro e non una maestra!), nel 1990 ho fondato la mia orchestra barocca, Musica Fiorita, con la quale per 30 anni ho vissuto un’esperienza professionale e umana bellissima, indimenticabile, viaggiando per tutto il mondo.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=