libro-NR1-2024

164 I numeri UNO - 2024 A questo punto, vengo contattato da Bain Capital, che mi chiedeva di diventare capo in Italia della Fedrigoni Carta, l’azienda che fa specialty paper soprattutto per borse che si usano nei negozi di lusso, ma anche per i cataloghi di alta qualità dei musei. La Fedrigoni era intenzionata a posizionarsi ancora di più nel packaging, con particolare attenzione, lavorando con la carta, alla sostenibilità. Dopo averci pensato a lungo, perché io di rientrare in Italia non avevo molta voglia e mia moglie ancora meno, ho accettato. Proprio in quel mentre è scoppiato il Covid, che sostanzialmente ha di nuovo rimescolato le carte. Nel frattempo, era nato il nostro secondo figlio e, stante quella particolare situazione, ho iniziato ad interrogarmi molto seriamente su cosa volessi fare da grande, magari dando una svolta alla mia carriera. Ha incominciato così a profilarsi l’idea che non sarei tornato in una realtà aziendale, grande o piccola che fosse, maturando la volontà e un po’ la responsabilità di poter e voler fare di più. E l’unico modo per fare di più, era quello di mettermi in gioco, investendo. Una cosa che io non avevo mai fatto in vita mia. Mi sono affiancato ad un amico italiano basato a Ginevra ed abbiamo iniziato ad investire in piccole aziende e start-up attive nell’ambito della sostenibilità ambientale, cercando di capire le modalità e le dinamiche di quelle operazioni. Passato un anno, ci siamo sentiti in grado di fare un passo successivo e, una volta messo a fuoco come potessimo creare e sviluppare essere un fondo che avesse un impatto significativo dal punto di vista ambientale e allo stesso tempo avesse successo dal punto di vista finanziario e di business, lo abbiamo creato. È così che è nato Una Terra, un fondo di diritto lussemburghese, ma basato in Svizzera. Siamo partiti in due e ora, dopo 3 anni, siamo in dodici. È essenzialmente un fondo che si basa sulle teorie e sull’industria dell’economia circolare. Fino ad oggi, la maggior parte degli investimenti che sono stati fatti per il cambiamento climatico riguardano l’energia e la mobilità, che sono settori molto strategici. Noi operiamo invece negli ambiti che interessano le aziende e le industrie dell’economia reale i cui prodotti tocchiamo tutti con mano tutti i giorni: food, beverage, packaging, waste, fashion. Aziende e industrie che subiscono una pressione incredibile, perché è urgente trovare alternative alla plastica e ridurre le emissioni di CO2. In questo spazio non si sta facendo abbastanza: da un lato non è facile trovare soluzioni, dall’altro, in qualche modo è anche una conseguenza di questa difficoltà, sono pochi gli investitori attivi in questi settori. Li si può contare su una mano in Europa. Ma è arrivato il Covid

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=