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158 I numeri UNO - 2024 Irrealizzato, c’era il desiderio, che aveva preso corpo quando ancora frequentavo il Politecnico a Milano, di svolgere un MBA negli Stati Uniti. Era giunto il momento di farlo, ma non volevo però chiedere alla mia famiglia di sostenere i costi che ciò avrebbe comportato. Mi sono messo così alla ricerca di un’azienda che fosse disposta ad investire su di me. L’ho trovata a Milano, in quella che all’epoca si chiamava Bain Cuneo Associati. Oggi, Bain & Company, una società di consulenza manageriale come McKinsey e BCG. Con loro stipulai un accordo: se nel primo anno avessi fatto un buon lavoro, loro mi avrebbero garantito il sostegno finanziario necessario a svolgere un Master in una qualsiasi scuola americana. Evidentemente, io la mia parte l’ho fatta, occupandomi soprattutto di consulenza nel settore automobilistico a Torino. Dal canto suo, l’azienda mantenne l’impegno, e son potuto andare negli Stati Uniti a fare il Master alla Business school Wharton a Filadelfia, che avevo scelto perché era sicuramente al top per quanto riguarda la finanza e perché, fra tutte, all’epoca almeno, era quella più internazionale. Ovviamente, per me che venivo dall’ingegneria l’esperienza ha aperto nuove strade: in quei due anni ho imparato molto e sono stati due degli anni migliori della mia vita. . Anche lì, come a Grenoble, ho incontrato persone eccezionali, che frequento ancora oggi e che sono rimaste amici importanti. È stata un’avventura che mi ha aperto la mente in modo incredibile, e mi ha introdotto, consentendomi di approfondirli, argomenti di cui non avevo neppure sentito parlare come investment banking, private equity, e venture capital. Senza saperlo, mi mettevo a confronto con quelle competenze di cui oggi non potrei assolutamente privarmi. Il master negli Stati Uniti Trascorsi due anni, terminato il Master, sono rientrato alla Bain. Ovviamente avevo ancora tanto da imparare, però, in considerazione della mia esperienza internazionale, per conto loro ho lavorato moltissimo all’estero, ancora nell’automotive e nei consumer goods. Fra le tante aziende, ho seguito la Ferrero, che stava entrando sul mercato spagnolo. A New York avevo conosciuto una ragazza durante il master e, anche per capire se avrebbe potuto diventare la donna della mia vita, mi sono trasferito all’ufficio che Bain aveva in quella città: la relazione non è andata a buon fine, ma l’esperienza è stata ottima. New York può sembrare da un lato una metropoli estremamente caotica, trafficata, invasa da milioni di turisti. Insomma, non proprio l’ambiente adatto per chi proveniva da un borgo di provincia ed era amante della natura. Ma dall’altro per chi sa viverla, si riesce a incontrare persoUn salto nel buio

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