libro-NR1-2024

139 I numeri UNO - 2024 un regalo, sembrava una punizione. Come non bastasse, mi dissero anche che l’aereo l’avrei dovuto prendere a Milano e non a Roma: all’epoca solo quei due aeroporti avevano collegamenti per studenti verso l’Inghilterra. Mi sembrava un supplemento di punizione: significava dovermi sobbarcar parecchie ore di treno, notturno in cuccetta. Cerco di capire la ragione di quella decisione e mi viene detto che dovevo imparare ad affrontare esperienze che mi consentissero di confrontarmi con punti di vista diversi, aprirmi su un mondo che non doveva esser chiuso nella mia realtà di provincia o alla mentalità del sud dell’Italia. Con il senno di poi, devo ammettere che i miei genitori sono stati lungimiranti: conoscere altre lingue, tenuto conto che a scuola, all’epoca soprattutto, l’insegnamento delle lingue straniere non è che fosse particolarmente curato, si sarebbe rivelato molto importante per le mie scelte professionali. Come utile si sarebbe rivelato aver la possibilità di frequentare coetanei che avevano riferimenti culturali e sociali e un approccio alla vita diversi dal mio. Loro, i miei genitori, in realtà, avevano investito su di me e, a distanza di anni, quella che mi sembrava una punizione – per altri quattro anni di fila io ho continuato a trascorrere un mese in Inghilterra - si è rivelata straordinariamente arricchente. Ancora oggi conservo delle amicizie che sono nate grazie a quel “regalo”. Ad essere sinceri, il Ciao me lo hanno regalato lo stesso. Quindi doppio regalo. Un altro elemento importante che ha caratterizzato la mia adolescenza, in questo senso rendendola un po’ meno normale, è stato aver avuto la possibilità di viaggiare. Il vero lusso, che si concedevano i miei genitori, erano i viaggi con tutta la famiglia. Io a 18 anni avevo già visitato metà dell’Asia, gli Stati Uniti, il Sud America.

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