libro-NR1-2024

134 I numeri UNO - 2024 Nonostante, soprattutto per via della traiettoria geografica e di conseguenza sociale, che ha descritto la mia vita, io tenda a definirmi europea, culturalmente e emotivamente rimango molto italiana. L’Italia è il cuore, sono le mie radici. Mantengo un legame che è anche determinato dalle varie contingenze famigliari, e, comunque, anche se oggi dispongo di una seconda nazionalità, frutto di una convinta scelta personale, so che mi sentirò sempre più italiana che svizzera. Non credo però che, neppure ora, men che meno l’ho pensato da giovane, potrei prendere in considerazione l’eventualità di rientrare in Italia. La vita mi ha portato qui, e la Svizzera è un’isola di serenità, di pace, di civiltà, di solidarietà. Io trovo che sia un privilegio immenso sentirsi in sicurezza nella propria realtà. Percepisco in Svizzera una qualità dei rapporti umani che non c’è più, o che io per lo meno non riscontro più, altrove. Parlo di cose anche banali: dei buoni rapporti di vicinato, delle persone che si dicono buongiorno, del rispetto e della dignità di cui gode il lavoro a tutti i livelli, di slanci di solidarietà nei momenti di difficoltà. Altrove, anche in Italia purtroppo, avverto come dominante un senso di insicurezza, di pessimismo, di declino. Ma forse anche queste sono solo percezioni. Linguisticamente, prevale il mio lato internazionale. Mio marito è austriaco, conosciuto a Londra, le mie figlie ginevrine a tutti gli effetti, quindi poliglotte. La più grande ora studia a Zurigo, pertanto, anche dal punto di vita linguistico l’orizzonte si allarga. La lingua di famiglia, quella del cuore, per noi è l’inglese. Italiana con il privilegio di vivere in Svizzera

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=