132 I numeri UNO - 2024 In banca le donne sono ancora sottorappresentate. Soprattutto qui in Svizzera. A Londra, per esempio, erano molte le donne, anche in posizioni molto senior. In Svizzera, noto una sorta di paradosso: a fronte di una forte presenza femminile nelle università – fra gli studenti, intendo – persino in ambito politico, non rilevo un’analoga corrispondenza nella fotografia che ci consegna il mondo del lavoro, dove in posizione di responsabilità le donne sono poche, e, di quelle poche, molte sono straniere. C’è ancora tantissima strada da fare. Poi, non vi è dubbio che tutto vada tarato tenendo conto delle varie situazioni. Nel mio caso, determinante è stato il ruolo di mio marito: un padre molto presente e un partner che mi ha sempre sostenuto. Quindi, accanto ad una ormai scontata presa di coscienza delle donne, va consolidata una nuova consapevolezza di quale debba essere il ruolo del maschio. Si deve affermare un cambiamento culturale. Mi pare che siamo sulla buona strada, ma questi cambiamenti hanno bisogno di supporto societario e istituzionale, non possono essere lasciati alla responsabilità di ogni singola persona o nucleo familiare. Se mi fosse data la possibilità di tornare indietro e di dare un consiglio a me stessa che si accinge ad entrare nel mondo del lavoro, le direi: fai tutto quello ritieni di voler fare, ma con molta più leggerezza e soprattutto con maggior fiducia in te stessa. Non solo per quanto concerne le scelte professionali, ma soprattutto come individuo, come persona, convinta che vai bene così come sei. Perché io, a causa soprattutto dei modelli dominanti, veicolati anche dalla scuola, quella leggerezza e quella fiducia in me stessa l’ho acquistata un po’ troppo tardi. Osservo però con piacere che le cose sono evolute. Lo vedo nelle mie figlie e nelle ragazze che arrivano sul mondo del lavoro, che si sentono e si presentano molto più sicure di loro stesse. Anche da aspetti in apparenza futili come può sembrare il modo in cui si vestono, più disinvolto e meno omologato. Personalmente, è una consapevolezza che ho acquisito nel tempo. In fondo: meglio tardi che mai. Sono solo percezioni?
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