libro-NR1-2024

130 I numeri UNO - 2024 Io sono convinta, a rischio di generalizzare, che, almeno negli ambienti dove ho lavorato, sia ancora molto forte l’impronta maschile: in termini di valori, in termini di comportamenti accettati, in termini anche di organizzazione del lavoro. Che consente agli uomini di lavorare senza freni, e lascia spesso alle donne il ‘governo’ della casa o il lavoro part-time. Fortemente ancorata l’idea che sia normale delegare alle donne (cresciute per essere delle “brave ragazze”) l’organizzazione della vita privata. Conciliare legittime ambizioni di carriera con il desiderio di essere madre, presente e attiva il più possibile, non è facile, anche se molto dipende naturalmente dalle situazioni in cui ci si trova. Forse la cosa più difficile non è la logistica (seppure complicata), ma è riuscire a trovare il modo di rimanere sé stesse, di non tradire la propria identità di donna, di cui la femminilità è parte integrante. L’età aiuta. Maturando, ho acquisito maggiore consapevolezza di me, che attenua e, nella migliore delle ipotesi, cancella quel senso di inadeguatezza, di insicurezza che provavo all’inizio della mia carriera. Riesco a canalizzare in modo positivo la rabbia e mi convinco finalmente che poter dire no non è più un fatto di coraggio ma un legittimo diritto. Non mi abbandona mai completamente la sensazione di essere diversa, perché mi succede ancora molto spesso di essere la sola o al massimo una delle due donne presenti ad una riunione. Quando sei giovane ti pesa di più, perché ti accorgi della tua diversità, e ti senti impotente; ma ora ho la corazza delle mie esperienze e delle competenze acquisite negli anni. Aiuta avere a che fare con manager illuminati, intelligenti. Io ho avuto questa fortuna. Mi è successo a più riprese, ovviamente mi è accaduto anche il contrario, ma preferisco ricordare le esperienze positive. Come aiuta tantissimo avere dei modelli, vedere delle donne in posizioni importanti. Io ormai la sento come una responsabilità: fungere da esempio è importante. Poi il mondo cambia, per fortuna. E sta cambiando. Non capisco perché si parli in termini negativi dei millennials. A mio parere, sono loro che ci stanno salvando, perché hanno altre aspettative, maschi e femmine, su quello che può essere e dare il mondo del lavoro. Hanno una maggiore fiducia in sé stessi. Io ricordo che, quando ho iniziato a lavorare, consciamente o inconsciamente, pensavo che ero io che mi dovevo adattare al 100% all’ambiente di lavoro, la mia doveva essere una postura super adattiva. Le cose non stanno più così. I ragazzi, oggi, negoziano, fanno valer le loro esigenze, non si adeguano per partito preso. Argomentano e chiedono argomentazioni e spiegazioni. Non tendono a conformarsi supinamente. Io li ammiro per questo. lo vedo anche con le mie figlie, che sono ancora giovani, ma hanno uno sguardo completamente diverso sul mondo. Le ammiro, e cerco di imparare da loro. Non tradire la propria identità

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