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108 I numeri UNO - 2024 D’altronde, non mi limitavo a suonare, volevo conoscere e quindi chiedevo, mi informavo, mostravo genuino interesse. Tutto ciò mi ha permesso di avvicinare le persone, di entrare nelle loro case, di confrontarmi con culture usi e costumi diversi. Che mi hanno insegnato tanto, e che, di converso, hanno suscitato interesse nei miei confronti, in quel che facevo, dando vita ad uno scambio materialmente disinteressato ma autentico. Credo sia stato questo il presupposto che mi ha indotto ad un intraprendere un percorso fortemente connotato da questa filosofia dello scambio, che è diventata l’opera della mia vita. Di fatto, non c’è un cantautore italiano che vive all’estero che abbia fatto di questa filosofia dello scambio il suo strumento, non soltanto per vivere ma per svilupparsi, per creare. È questo il motivo per cui ho avuto difficoltà ad immaginare di rientrare in Italia, che è un Paese bellissimo, ma estremamente provinciale. Chiuso nel proprio giardinetto, che è significativo soltanto per chi ci vive, ma per il resto del mondo non lo è. Il mondo è più grande, è un’altra cosa. Solo chi vive all’estero se ne rende conto. Lo stesso vale per la musica, per le canzoni. Sono pochissimi quegli artisti italiani che, quando suonano all’estero, riescono ad avere un pubblico che non sia composto esclusivamente da connazionali emigrati. Filosofia dello scambio A Lucerna ho conosciuto Linard Bardill, cantautore e autore grigionese, che mi ha invitato a fare una tournée con lui. Da questo momento, anche se negli intervalli fra i vari concerti continuo a viaggiare e a suonare per strada, incomincia a profilarsi l’idea di stabilirmi in Svizzera. Sentivo il bisogno di avere un punto di riferimento fisso e a Lucerna prendo in affitto una camera in una WG. La tournée con Bardill, mi aveva permesso di stabilire tutta una serie di relazioni professionali, che mi avrebbero consentito, nell’87, di pubblicare il mio primo disco autoprodotto. Nel frattempo, avevo preso coscienza della specificità della Svizzera che risiedeva nel suo essere un assemblaggio di culture e di lingue diverse e per certi versi distinte. Io mi ero stabilito nella svizzera tedesca, la parte più grande e anche la più ricca, questo mi metteva in qualche modo nella condizione di circoscrivere a quella particolare realtà i miei concerti. Per chi faceva musica il Röstigraben era una barriera difficile da superare. Inizio a fare dei concerti, e, nell’89, avendo vinto un concorso indetto dalla televisione svizzera di lingua tedesca (DRS), pubblico un cd, questa volta con la produzione di uno studio importante. Muovo i primi passi di quella che sarebbe diventata la mia carriera professionale. Firmo un contratto per la registrazione di 3 album con la casa discografica di Bardill, e mi organizzo, sempre autonomamente, un ufficio stampa, cercando di farmi conoscere anche negli ambienti della comunità italiana residente nella Svizzera tedesca. Da allora sono passati 35 anni e al mio attivo oggi ho 25 album. I primi passi

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