158 I numeri UNO - 2023 Creare valore Sono nato in Italia, a Milano. Da padre italiano e madre svizzera, da una famiglia con origini tedesche, cresciuta in Engadina. Questo per dire che nel mio DNA ci sono tracce con forti connotazioni europee. Nel capoluogo lombardo ho trascorso i primi anni della mia vita. Ormai i ricordi sono vaghi, ma nella memoria ho dei flash di me bambino che frequento l’asilo. Un anno solo, perché, in seguito alla separazione dei miei genitori, con mia sorella e mia madre, ci siamo trasferiti in Svizzera. Dei miei anni milanesi, a parte l’asilo, mi resta ben definita, quella sì, l’immagine della gelateria che c’era sotto casa nostra, e, ancora fortemente presente, il gusto del pistacchio. Che forse, ancor prima che per il sapore, mi affascinava per via del colore. Visto che oggi non è più il mio gusto preferito. Non mi pare che già quell’epoca coltivassi, ben delineati, un’idea o un sogno particolare su cosa volessi ‘fare da grande’. È solo verso i 12/13 anni che credo di ver iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto diventare un calciatore. Il calcio lo praticavo, anche se non ero proprio bravissimo, con passione e divertimento. Giocavo nel FC Witikon. In generale, mi interessava molto, seguivo le varie squadre, anche se allora non è che ci fossero tutte le informazioni che circolano oggi su squadre e calciatori. Quasi per paradosso, oggi il calcio non solo non mi appassiona - lo considero sempre un bel gioco, se mi capita vado anche a vedere qualche partita -, ma non seguo nessun campionato in particolare, non tifo per nessuna squadra.
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