152 I numeri UNO - 2023 Esperienza e preparazione Sono ormai trent’anni che giro il mondo, ciò non toglie che le mie radici siano saldamente ancorate in Italia. Io sono il frutto della scuola italiana. Ovviamente c’è una parte di si è formata e che ha appreso tantissimo dalle esperienze fatte fuori dall’Italia. A San Pietroburgo devo un certo tipo di suono che ho nella testa. Non è un caso, per esempio, che Verdi, per la sua Forza del destino, usi così tanti cori: quell’opera fu commissionata dal teatro Mariinskij di San Pietroburgo nel 1862. Alle mie esperienze di Londra o in America, devo un certo modo di essere estremamente efficace ed efficiente in prova, senza troppo concedere ai panegirici. Però, la cantabilità, la sensibilità del fraseggio, le ho perché sono nato in Italia. La dolcezza della lingua, la devi saper riprodurre anche nella musica. La vera abilità consiste nel saper fare tesoro di tutto quello che ho imparato e saperlo utilizzare al momento opportuno. Una parte preponderante del mio lavoro consiste nella preparazione: preferibilmente a casa, senza disdegnare di utilizzare il tempo dei lunghi trasferimenti aerei. Comunque, in solitudine. A casa, alla scrivania con matita, gomma e temperino, sono naturalmente a mio agio. Questa fase è quella che mi piace definire del lavoro artigianale, che poi diventerà arte, in cui ispirazione e linguaggio contribuiscono a cesellare quell’immagine sonora a cui ho già fatto riferimento. Che prevede la capacità di riprodurre l’architettura musicale dell’opera che dovrò dirigere. Anche per un concerto valgono quei principi che sono determinanti per la costruzione di un edificio: l’equilibrio è fondamentale, affinché tutto stia stabilmente in piedi.
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