124 I numeri UNO - 2023 Mi considero fortunata Detto questo, dell’Italia apprezzo e mi manca lo stile di vita e il modo in cui l’affrontiamo la vita. I piccoli riti intramontabili del caffè o del cappuccino al bar. La leggerezza e la facilità a stabilire rapporti umani, dialogare, ridere, scherzare. Per non dire della cultura… Evocare l’Italia e associarla alla cultura è implicito, non ha bisogno di essere evidenziato. Mi piace e apprezzo anche la Svizzera, per ragioni differenti. Forse ad essere più precisa dovrei dire che mi piace la Svizzera romanda: quella tedesca la conosco poco e non so se là mi troverei bene come mi trovo qui. Davvero non saprei. Forse il fatto che non parlo il tedesco me la rende estranea. Della Svizzera mi piace la natura, il rispetto, le opportunità che offre, i servizi. La qualità della vita è elevata e il benessere diffuso, la sicurezza garantita. Questo rende tutto molto più semplice. Io ne ho preso la cittadinanza e mio marito ha preso quella italiana. I nostri figli, anche loro, sono doppi cittadini. Mi considero fortunata: in realtà dei due Paesi io prendo, così almeno mi pare, il meglio. In Svizzera ci vivo e ci lavoro con piena soddisfazione. In Italia ci posso andare quando voglio, godermi il tempo libero, incontrare gli affetti e gli amici, condividere momenti di convivialità, godere dell’immessa offerta culturale. E lo posso fare da una posizione privilegiata, senza avere le preoccupazioni di chi in Italia ci vive e affronta i problemi quotidiani, la burocrazia, le difficoltà professionali. A casa nostra siamo tutti bilingui. Con i miei figli, ho sempre parlato italiano, rifiutandomi di rispondere se loro mi parlavano in francese: dicevo sempre che non capivo. Mio marito con loro parla in francese. Io e lui, fra noi, parliamo inglese. Ci siamo conosciuti negli Stati Uniti: io
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