116 I numeri UNO - 2023 L’agenda strapiena Le mie giornate sono piene. Iniziano molto presto. Sono mattiniera e mi piace arrivare presto al lavoro. Al mattino sono efficientissima. Arrivo, guardo un po’ le mie mail; ho già nella testa alcune cose che dovrei fare: tutto scorre più veloce quando è tutto tranquillo, non ci sono telefonate e nessuno disturba. È il momento migliore per fare le cose che mi sembrano importanti. Ma non ci sono solamente pratiche amministrative. Quattro mattine a settimana le dedico all’attività clinica, vedo i pazienti e faccio la supervisione dei giovani specializzandi: senza questi incontri non saprei proprio stare. Non potrei fare quello che faccio senza avere un rapporto diretto con i pazienti. Il paziente viene con un problema, il mio primo compito come medico è ascoltarlo. Noi medici vascolari disponiamo di molti strumenti e di specifiche attrezzature per effettuare esami, che ci consentono solitamente di diagnosticare la natura del problema e quindi di iniziare una terapia o un trattamento, seguendo il paziente anche in questa fase. È una cosa che mi piace molto nella mia professione: il medico vascolare può avere una visione complessiva del problema di un paziente e può intervenire senza dovere delegare ad altri. In qualche modo, mi consente di non perder di vista la ragione principale per cui ho scelto questa professione: essere d’aiuto alle persone. Poi naturalmente per la mia funzione devo occuparmi di organizzare il servizio ed il dipartimento. La mia agenda è piena di appuntamenti e di riunioni, anche delle numerose commissioni di cui faccio parte. C’è poi l’insegnamento, e, ogni giovedì, il colloquio con gli studenti di medicina, perché sono anche la Presidente del programma MD-PhD dell’Università di Losanna. Mi piace molto insegnare, trasmettere il sapere e la passione alle giovani generazioni e mi piace anche spiegare quello che faccio. Sono quindi molto attenta alla divulgazione, partecipo spesso e volentieri a simposi.
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