8 I numeri UNO - 2022 rispettive qualità ce lo dice la parabola di un italiano di Merano, di madre lingua tedesca, che dopo essere transitato per i laboratori del CERN è giunto a dirigere il Politecnico di Zurigo: il rettore Günther Dissertori. Oppure si può passare per lo stesso CERN e arrivare a dirigere un’università, a Sion, e addirittura presiedere la conferenza dei Rettori di tutta la Confederazione, senza perdere l’accento napoletano, come di sé stessa dice la Rettrice Luciana Vaccaro. Bilingue, altoatesino, è anche il Dottor Alexander Haumer, che oggi si dedica a ricostruire i tessuti umani e al contempo partecipa a quell’umana tessitura di un arazzo collettivo, multicolore e multiforme, che sono la società svizzera, quella italiana, quella europea, quella della ricerca scientifica internazionale. Ancora dalla Puglia, idealmente trasportato da un robot come il Goldrake dell’infanzia da lui stesso ricordata, è giunto al Politecnico di Losanna il Professor Francesco Stellacci. L’infanzia è una costante che accompagna tutti i premiati e che assomiglia, nel caso dell’economista Ilaria Resta, ai quartieri napoletani dei romanzi di Elena Ferrante. Libri e memorie dell’infanzia e dell’adolescenza riecheggiano inevitabilmente nelle parole di Maria Antonietta Terzoli, che dal natio Lago di Como è approdata sulle sponde del Reno, a Basilea, divenendo una delle più importanti esperte di letteratura italiana al mondo – fino ad essere tra le promotrici proprio della lettura dantesca nel Palazzo Federale. E di cultura classica parla Massimo Rocchi, oggi l’attore italiano più famoso in terra svizzera, capace di costruire e catturare con testi ingegnosi nei quali risuonano, si scontrano e si incontrano le sonorità del plurilinguismo dei suoi due Paesi, quello natale e quello adottivo. E a proposito di contrasti e di incontri, è significativo che una storia fatta di rigore e di ricerca scientifica, racconto di un dirigente innovatore qual è Alberto Siccardi, parta dalla parola amore. Amore per l’Italia che risuona anche in uno svizzero ticinese di grande fama e successo, Marco Solari, che di sé stesso dice: «Io sono italianofilo fino al midollo. Su questo non discuto con niente e con nessuno». E sembra proprio di sentirglielo dire, con la signorilità dolce ma rigorosa che lo contraddistingue Rigenerando tessuti umani, intrecciando orditi e trame di studio, ricerca e istruzione, scegliendo i fili colorati di un nuovo spettacolo o di un prodotto innovativo, tutti insieme – anche noi che li abbiamo scelti, e coloro che saranno presenti alla premiazione o che leggeranno questo libro – abbiamo ricamato e continuiamo a ricamare un arazzo enorme, senza una fine visibile: come una tela di Penelope mossa da una finalità felice, perché qui non ci sono Proci da scacciare ma soltanto Odissei da accogliere. Silvio Mignano Ambasciatore d’Italia in Svizzera
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