I NUMERI UNO

73 I numeri UNO - 2022 Da Roma sono partita, ho lavorato in Inghilterra, moltissimi anni a Ginevra che era l’headquarter di Procter in Europa, e poi a Cincinnati, negli Stati Uniti, dove c’è l’headquarter globale. Tutte queste esperienze internazionali sono state un’occasione di grande crescita personale. Una scuola di emotional intelligence, l’apertura a nuove culture, la capacità di lavorare in nuovi contesti, seppur nella stessa azienda. La cultura del lavoro americana, rispetto quella inglese o a quella internazionale di Ginevra sono state fonte di apprendimento in termini di umanità e di gestione di persone di origini e culture diverse. Sintetizzando in modo estremo. In Italia prevale una cultura del lavoro in cui l’individuo è incasellato in una struttura gerarchica rigida, ma paradossalmente al tempo stesso molto è lasciato all’iniziativa individuale e ad un approccio di risoluzione dei problemi spinto dalla creatività ed imprenditorialità. I problemi si risolvono nella discussione, nel dialogo, a volte anche acceso, e nella comunicazione personale e diretta, dove il disaccordo porta a creatività e a nuove idee. In Inghilterra, invece, il disaccordo viene gestito in maniera meno apertamente conflittuale. Quindi c’è un approccio più “diplomatico”, per arrivare ad un consenso ma c’è anche in questo caso dialogo, anche se lo stile è diverso. Ed è anche un modo di lavorare in cui l’individuo si sente forse meno responsabilizzato individualmente a favore di un approccio collettivo, è un ambiente di lavoro strutturato con processi chiari e ben rispettati che aiutano l’efficienza ed all’inizio possono ingabbiare chi ha un approccio più innovativo e di cambiamento. In America il leader viene valorizzato per le sue Diverse culture, diversa leadership

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