70 I numeri UNO - 2022 storia e letteratura decisi di intraprendere questa strada, anche spinta da un episodio famigliare. In quel periodo, quando mio papà ebbe un infarto abbastanza grave, per un po’ si era pensato al peggio. Per me quello è stato l’inizio dell’età adulta, quando si fanno scelte pensando a tutte le implicazioni non solo personali ma anche familiari. Carpe Diem Ho sempre avuto obiettivi a lungo termine ma non ho mai programmato: cercavo le opportunità che mi facessero crescere, imparare e arrivare più vicino possibile al mio obiettivo. La mia priorità era costruire le basi. Mi piacerebbe poter dire che sono arrivata sin qui grazie ad una visione strategica di lungo respiro. In realtà, determinanti sono stati un misto di incidenti positivi, di imprevisti, di eventi casuali. La più forte direttrice della mia vita è stata la passione per le cose che facevo, la curiosità di imparare e l’ambizione di fare bene e lasciare una “legacy”. All’università, la Federico II di Napoli, la mia facoltà era una sorta di “stage per la sopravvivenza”. Non c’erano abbastanza aule per ospitare tutti gli studenti. Persino iscriversi ad un esame richiedeva file interminabili, sveglie all’alba per rientrare nel numero di ammessi e non perdere la sessione. Ricordo la mia costante ossessione di non perdere tempo, studiavo in autobus affollatissimi, ascoltavo le lezioni registrate sul walkman mentre facevo jogging ed i weekend lavoravo come animatrice per feste di bambini. Oltre allo studio, sono tutte queste esperienze che mi hanno arricchito. Che mi hanno fatto capire che devi lottare per prendere quello che ti meriti. Una consapevolezza che mi ha aiutato molto e che, come madre, mi induce a chiedermi: quanto devo rendere facile la vita ai miei figli? Semplificandogli le cose, li aiuto veramente o, senza volerlo, sto creando problemi che si manifesteranno per loro in futuro? Ho iniziato a lavorare un anno prima della laurea. Era un periodo in cui si ragionava sulla privatizzazione degli ospedali. Mi interessò molto l’idea di dare agli ospedali una dimensione aziendale con tanto di conto economico. Credevo molto nella missione che una gestione di tipo aziendale con attenzione alla produttività, alla performance ed ai costi avrebbe migliorato la qualità del servizio sanitario e ridotto i tempi di attese critiche per i pazienti. Per acquisire competenza in quell’ambi-
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=