I NUMERI UNO

68 I numeri UNO - 2022 Sul motorino senza casco incontro al futuro Sono nata a Napoli, in una famiglia medio-borghese: mamma era maestra d’asilo, papà lavorava nei servizi informatici dell’ospedale di Napoli. Per molti anni la mia esistenza si è limitata al quartiere di Napoli, dove vivevo. Quando parlo delle mie origini, chi non conosce Napoli, mi immagina nel contesto descritto nei libri della Ferrante ed in effetti c’è molto di me ma soprattutto dell’infanzia dei miei genitori perché descrive proprio le loro origini. Magari io provengo da un ceto sociale più alto, ma anche la mia quotidianità era fatta di quartieri, amiche del palazzo, pochi alberi, molti giochi inventati e pochi giocattoli. Ho avuto la fortuna di avere amicizie belle e forti. Napoli era una città fantastica: con strade bellissime e vicoli pericolosi. Nella mia vita ho avuto la fortuna e la fermezza di carattere di rimanere sempre sulla strada giusta e di non addentrarmi nei vicoli bui. Sono stata sempre focalizzata sullo studio sull’approfondimento, perché sono una persona molto curiosa, quindi per me lo studio non è mai stato un dovere ma sempre accostato al piacere della scoperta. Amavo disegnare e mi sono sempre dedicata ad attività che richiedevano immaginazione e concentrazione. Vivevo per ore nelle realtà a due dimensioni che creavo su carta. Forse questo è l’aspetto creativo della mia personalità, nella quale, almeno all’inizio prevaleva la timidezza. Ero molto riservata. Mia mamma contava il numero di parole che dicevo, ma amavo ascoltare, assorbire tutto quello che vedevo, sentivo e vivevo. Poi a quattordici anni ho iniziato a parlare e condividere, da lì non ho più smesso. È la mia fonte di energia. Amavo scrivere, leggere, però fin da piccola mi

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