I NUMERI UNO

63 I numeri UNO - 2022 Ecco perché, al momento, penso all’Italia come ad un Paese splendido ma… di mancate opportunità. Un Paese che potrebbe dare tanto, perché lì c’è tutto. C’è la storia, c’è l’intelligenza, c’è la formazione. Anche nell’ambito medico. Ci sono i luminari: dei medici e dei chirurghi pazzeschi. Però manca quel qualcosa che dà a uno la soddisfazione di dire “eppur… funziona”. Appunto, un Paese di mancate opportunità, di mancate possibilità. Mi rendo conto che detta così suona forse un po’ troppo dura, perché alla fine è un Paese stupendo, con gente stupenda. Però per quanto riguarda la capacità di creare prospettive professionali, e mi riferisco al mio settore, resta il Paese del ‘vorrei ma non posso’. È un fatto prima di tutto culturale, di abito mentale, da cui però discendono anche un’impostazione organizzativa e una teoria di scelte politiche che ritengo inadeguate. So che è una questione su cui ci si interroga, soprattutto perché ci si rende conto di formare talenti che poi, questo talento lo vanno a mettere a disposizione di strutture all’estero. Dopo di che, al fuori dell’ambito professionale, l’Italia per me è casa. È famiglia, è convivialità, star bene insieme. È il gusto e gli aromi di una cucina impareggiabile. È anche formazione. A parte quella universitaria, penso che la formazione più importante sia quella fornita dalle scuole dell’obbligo: dalle elementari e dalle medie. È lì che si inizia a costruire la personalità di un individuo che lo accompagnerà, naturalmente evolvendosi, per tutta la vita. Penso che la nostra scuola sia una delle migliori. Fornisce fondamenti di cultura generale eccezionali. E poi l’umanità, troppo spesso confusa ingiustaUn Paese di mancate opportunità

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