62 I numeri UNO - 2022 Diamoci una svolta Mi piacerebbe riuscire a modificare questo atteggiamento. Ma è un abito mentale radicato e non succede da un giorno all’altro. Io non penso che la mia generazione abbia inventato la ruota, sono però convinto che l’evoluzione nel campo scientifico e della formazione sia talmente rilevante e dinamica da consentire di immaginare che le nuove generazioni siano in grado entro pochi anni di dare una svolta a questa situazione che ritengo non essere più accettabile. Credo che modificare questo stato di cose sia non solo necessario, ma possa essere un incentivo anche a far rientrare quei professionisti che cercano, spesso perché costretti, opportunità fuori dai confini nazionali. D’altronde, non lo nego e credo non vada sottovalutato, è anche una questione di remunerazione. Quantifichiamo: se io fossi tornato in Italia a Milano e avessi iniziato la specialistica avrei guadagnato 1500 euro. Con quei soldi a Milano uno vive solo se abita a casa dei genitori. Anche questo aspetto non è da sottovalutare. Un giovane non può immaginare di programmare il suo futuro su queste basi e neppure di speculare sul fatto di poter sempre contare sull’ospitalità dell’’hotel mamma’. Speculazione che invece qualcuno sembra continuare a fare, contando sul fatto che la famiglia e la rete di amicizie siano sufficienti a trattenere i giovani dal progettare e tentare di costruire il proprio futuro all’estero. Non è più così, o comunque lo è sempre meno. Fare esperienza all’estero per un giovane è oggi essenziale, mi pare che tutti concordino. Credo però che non sia ormai più sufficiente pensare che poi questi giovani rientreranno solo per il fatto che lì “c’è la mia mamma, il ragazzo o la mia ragazza”. Sempre più spesso il ragazzo o la ragazza si ricongiungono: ma all’estero.
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