59 I numeri UNO - 2022 al contempo vanno elaborati. Sono pur sempre parte imprescindibile del progresso scientifico. Naturalmente questo vale anche per la chirurgia. È anche un fatto culturale. Considero una fortuna potere costatare direttamente come in un contesto mitteleuropeo, o comunque germanofono, l’errore venga accettato come qualcosa di ‘normale’, essenziale ad un qualsiasi processo di crescita. D’altra parte, è proprio questa consapevolezza che aiuta ad attivare tutte le misure, le verifiche, i controlli, le procedure che sono finalizzati a rendere il meno possibile impattanti gli errori. Non solo quelli clinici, ma anche quelli organizzativi da cui spesso dipende l’esito di un intervento. Poi, non c’è dubbio che quando ti capita di incorrere in un errore non è così immediato farsene una ragione. Molto dipende dalle conseguenze che ne derivano. Fondamentale è parlarne: solo così si riesce a trovare il modo migliore per gestirlo. A tal fine, credo che sia proprio essenziale insegnare, ma anche, imparare a gestire un errore. È cruciale. Troppo spesso, in certe realtà l’errore viene ancora demonizzato. Cosa che non accade nel mondo anglosassone e in quello germanico. Che non giudica e non condanna. Credo che da lì si possa imparare parecchio. in sala operatoria
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