56 I numeri UNO - 2022 C’è naturalmente grande soddisfazione nel constatare cosa si possa fare in questo particolare campo della chirurgia ricostruttiva. C’è anche una grande disponibilità all’impegno. Anche fisico visto che le nostre giornate durano anche 14/15 ore, senza contare che, se siamo di turno, dobbiamo garantire una presenza di 24 ore, naturalmente avendo la possibilità di riposarsi in corsia. Talvolta, visto che le serie televisive su ‘medici in prima linea’ in questi ultimi anni abbondano, mi si chiede quanto siano verosimili. Devo ammettere, che, drammaturgia a parte, c’è parecchio di vero. Durante le ore di lavoro l’impegno e l’attenzione sono totali. Margini per distrazioni non sono consentiti. Inoltre, la gerarchia nel nostro ambiente è ancora molto forte. Come accade anche in altri ambiti, chi è più in basso nella scala gerarchica, è più giovane e inesperto, deve ‘sgobbare’ di più. Ciò non toglie che il rispetto delle gerarchie sia irrinunciabile, e non solo – mi riferisco al mio campo operativo – in ambito politico organizzativo, dove la gerarchia pur sempre necessaria. Ma soprattutto indispensabile lo è in sala operatoria. Lì c’è uno che parla e gli altri eseguono. Personalmente nella mia posizione al momento non sento più questa pressione, perché i miei superiori sanno il lavoro che faccio, sanno come lo faccio e ormai si è instaurato un rapporto di fiducia che non mi fa più sentire sotto esame. In ogni caso, c’è una profonda consapevolezza della responsabilità che deriva dal nostro operato. Ne deriva anche una forte autodisciplina, che impone di evitare di superare i propri limiti: fisici e psicologici. Per fortuna al giorno d’ogSoddisfazione e grande impegno
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