I NUMERI UNO

54 I numeri UNO - 2022 L’ingegneria dei tessuti Da quel momento, non ho avuto dubbi: completata la mia formazione in medicina, sarei tornato ad applicarmi alla ricerca di base di biologia molecolare. Ho deciso di fare così un dottorato, lavorando quattro anni e mezzo a Basilea, nel laboratorio di ingegneria dei tessuti di un professore italiano, ligure per la precisione: il Professor Ivan Martin, uno dei luminari della tissue engineering, che a Basilea, nel 1999, ha fondato uno dei primi laboratori al mondo di ingegneria dei tessuti. Nel nostro contesto, l’ingegneria dei tessuti si occupa delle cellule staminali, non quelle embrionali, di cui sentiamo di solito parlare, ma quelle di un adulto, per esempio, ottenute dal grasso o dal midollo osseo. Queste cellule staminali, o pluripotenti, possono essere indirizzate verso un tessuto di qualsiasi genere. Possono creare cartilagine, ossa, tessuto adiposo, capelli, qualsiasi cosa. Durante il mio dottorato, la ricerca si focalizzò sull’indirizzamento e differenziamento di queste cellule verso l’osso. Da questa ricerca, combinata con le tecniche di chirurgia ricostruttiva, si creano opzioni di ricostruzione dove manca massa ossea, a causa di traumi o come conseguenza di tumori. Oggi, alcuni degli obbiettivi posti più di venti anni fa dal pioniere e mio mentore Prof Martin sono realtà. Siamo riusciti, primi a livello mondiale, utilizzando tessuto creato da cellule staminali dello stesso paziente, a ricostruirgli parte della faccia. È la conferma che questa combinazione fra ricerca di base e chirurgia funziona ed è efficace. Al contempo, anche per me la conferma che quella che ho intrapresa è la giusta strada professionale. Quella che da ormai nove anni, mi spinge a fare quello che faccio adesso.

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