43 I numeri UNO - 2022 Ripercorrendo in modo panoramico le tappe della mia vita, che per 3/4 si è svolta in Svizzera, se escludo l’amarezza per una tragica rapina subita quando gestivo un’agenzia che si occupava di offrire servizi ai connazionali che inviano le rimesse ai famigliari, la delusione più grande, ancora oggi, la provo pensando all’Italia. È il mio Paese. Il Paese che amo, ma è anche il Paese che più mi ha tolto, e non solo in termini economici. È in Italia, che ho investito i miei primi risparmi. Avevo chiara dentro di me la volontà di creare opportunità di lavoro per i miei compaesani. Volevo evitare loro la fatica le rinunce i sacrifici e le umiliazioni che comporta emigrare in un paese straniero. Ma ogni volta mi sono scontrato con ostacoli insormontabili e ho collezionato esperienze che mi hanno dissuaso dall’intraprendere qualsiasi forma di attività imprenditoriale in Italia in generale e nella mia regione in particolare. Dopo l’avventura nel settore immobiliare in Puglia alla quale ho fatto cenno, l’Italia per me si è confermata il Paese che certifica il motto al quale sono sempre stato fedele: Dove non nasce l’erba, è inutile seminare. Nessun tipo di certezza, neppure normativa, con l’applicazione delle regole lasciata alla discrezionalità dei funzionari. Una burocrazia scoraggiante e persino vessatoria. Pensata per penalizzare chiunque voglia investire in attività, mentre sarebbe logico attendersi che l’obiettivo dovrebbe essere quello di aiutare e di facilitare. Il rammarico è ancora maggiore quando penso che sono stati gli emigrati, con le loro rimesse e con loro risparmi, a prezzo di sacrifici spesso Dove non nasce l’erba, è inutile seminare
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