35 I numeri UNO - 2022 Quando mio fratello è riuscito ad emigrare in Svizzera, a Zurigo, tramite alcune conoscenze, perché altrimenti non era facile, sono riuscito ad ottenere il passaporto, e a raggiungerlo. Nel frattempo, lui mi aveva fatto avere un contratto in quella che una volta era la Sihlpapier, dove oggi c’è la Sihlcity. Superata la visita medica a Chiasso, a quegli anni era obbligatoria, ho iniziato il lavoro in fabbrica in un reparto dove si fabbricava un tipo di carta molto speciale. Per un giovane della mia età, pieno di energia, il lavoro sembrava leggero. Nel giro di poco tempo il flusso di emigrazione dal Sud aumentò in modo rilevante. Zurigo si popolò di paesani e corregionali che vivevano nelle famose baracche. All’epoca, io guadagnavo 180/200 franchi, che con il supplemento per il turno di notte diventavano 250 franchi. Mi sentivo già ricco. Erano i primi soldi veri che entravano nelle mie tasche. Fin da subito ho preso contatto con i nuovi arrivati che cercavo di aiutare almeno ad orientarsi e a sbrigare le prime pratiche. Io lavoravo a turni e nel tempo libero, anziché riposarmi, mi davo da fare. Andavo nei negozi ad aiutare, cercavo di fornire ai connazionali che vivano in baracca tutto quello di cui avevano bisogno. In breve tempo mi accorsi che questo mio impegno rendeva. Sono così riuscito a comprarmi un vecchio furgone Ford tutto arrugginito, ma che a me faceva comodo: lo riempivo di tutto quello che poteva servire e, accanto al lavoro in fabbrica, facevo anche il rivenditore ambulante.
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