248 I numeri UNO - 2022 La Svizzera è stata un innamoramento lento. Tu arrivi, non parli la lingua. Io la storia della nebbia alta non l’avevo capita. Per un anno non ho visto il sole, perché non avevo capito che bisognava andare in alto, in collina o in montagna. Fa sorridere, ma è un modo per dire che per apprezzarlo devi imparare a conoscerlo questo Paese. Lo spartiacque sono state le mie figlie. Ho deciso che loro non dovevano avere questa sindrome che ti porta a dire che “tutto è migliore in Italia e qui è tutto brutto”. Sono nate qui per una scelta, di cui io e mio marito portiamo la responsabilità. Loro devono sentire questa appartenenza. Una mia amica scenografa svizzera mi disse una frase di un commediografo francese: “je suis pas une salade”. Noi non siamo delle piante, l’uomo spostandosi trasporta le radici. Le radici, però, si possono anche reimpiantare nel corso di una vita. In Svizzera quello che mi ha forgiato è stato il senso civico: il fatto che il singolo si senta coinvolto nella costruzione del bene comune. Lo percepisci che c’è nel profondo questa volontà del cittadino svizzero di impegnarsi per il bene collettivo. Un’altra cosa che mi ha colpito è la scuola, con tutti i limiti che un sistema pubblico può avere. Qui tu vai al mercato e le persone sanno parlare correttamente. Questo significa che non solo i privilegiati come me hanno avuto la fortuna di farsi una formazione, di avere genitori istruiti che parlano bene. A Napoli è ancora un privilegio parlare bene, nonostante siamo un Paese unificato da una sola lingua. Qui in Svizzera si fa uno sforzo per dare un’istruzione a tutti e perché a ciascuno siano offerte delle opportunità. È chiaro, l’égalité des chances non esiste, perché non abbiamo tutti le stesse basi di partenza: chi nasce come me è tra i più fortunati rispetto a chi nasce in un basso a Napoli o in Africa. Però ci sono società, come quella svizzera, che, al di là dell’appartenenza sociale o del tenore di vita famigliare, si adoperano per offrire a tutti buone possibilità di crescita individuale. Le SUP ne sono una felice testimonianza. Personalmente sono appagata. La vita mi dato molto: gli affetti, le amicizie la carriera. E mi sono pure divertita. Ho cinquantatre anni e vado ancora ai festival rock, è una musica che mi pace. Infatti, volevo essere Bruce Springsteen. Per fortuna, anche perché sono priva di qualsiasi predisposizione musicale, è andata in tutt’altro modo. Un innamoramento lento
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