I NUMERI UNO

179 I numeri UNO - 2022 disse “vai in cucina”. Così io ho trascorso gli altri nove mesi di servizio militare come cuoco nella cucina sottoufficiali. È stato piacevole e utile, anche perché, essendo cucina per i sottoufficiali, noi eravamo affiancati da delle cuoche vere, da cui ho imparato il mestiere. Per giunta, come cuoco la sera io andavo a dormire nel mio appartamento che era a due isolati dalla base. In più, potendo godere di pomeriggi liberi, potevo andare in laboratorio. In uno di questi pomeriggi arrivo e il prof mi fa “c’è un mio caro amico, che è professore in America. Arriva tra un’ora. Gli ho parlato di te e ti fa un colloquio”. Per fortuna che quel giorno, avendo avuto tempo, mi ero cambiato a casa e non ero in divisa. Faccio il colloquio e lui mi dice “finisci il militare e vieni da me in Arizona”. Il professore si chiama Joe Perry ed è un’altra persona che è stata molto importante per me, perché è stato il mio PostDoctoral Advisor. Appena finito il militare, nel maggio del 1999, sono andato da lui a Tucson. Il PostDoc è stato strano, perché avendo saltato il dottorato avevo bisogno di maggior aiuto. Lui si occupava di quella che oggi si chiama additive manufacturing, ossia un modo di costruire la materia. Nei metodi classici per formare degli oggetti uno prende un pezzo di materiale e lo ritaglia creando un oggetto ma anche tanti scarti, pensate per esempio ad uno scultore con un pezzo di marmo che poi diventa una statua. Nell’additive manufacturing uno crea un oggetto stampandolo e cioè aggiungendo materiale un po’ alla volta e così evita gli scarti. Io lavoravo ad uno di questi metodi, la fabbricazione mediante polimerizzazione a due fotoni. Il professor Perry è stata una delle persone fondamentali nello sviluppo di questa tecnologia. Lui voleva applicarla ai metalli, l’idea era che con il laser a due fotoni, dentro la plastica si potessero fabbricare oggetti tridimensionali d’argento. D’argento, in quanto la luce sviluppa l’argento nelle plastiche, nelle pellicole fotografiche. Quindi da lì, invece di realizzare un’immagine, si costruisce un oggetto. Ci sono riuscito inventandomi un metodo che però richiedeva la fabbricazione di nanoparticelle d’argento da inserire nella plastica. Anche in quel caso, oltre a stare nel suo gruppo, sono entrato nel gruppo di Seth Marder, che si occupava di sintesi. Io facevo le mie nanoparticelle in un laboratorio e gli esperimenti per costruire gli oggetti tridimensionali in

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