176 I numeri UNO - 2022 deciso di fare la tesi con lui e da lì è nato un bel rapporto sia professionale che umano. Ho fatto la tesi sui polimeri fotocromatici. Le plastiche sono materiali composti principalmente da grandi molecole che chiamiamo polimeri. Sono materiali che l’uomo usa da sempre. Innanzitutto perché ci sono molti polimeri naturali, come le proteine, ma anche il caucciù che già i Maya tagliando la corteccia degli alberi, riuscivano a estrarre dalle piante per farci le palle di gioco. In realtà i polimeri sintetici che l’uomo usa, sono un materiale piuttosto nuovo: hanno poco più cento anni. Nel 1920/21, uno scienziato tedesco che lavorava a Zurigo, Hermann Staudinger, è stato il primo a capire cosa fossero queste cose un po’ elastiche che si trovavano come prodotti di scarto nelle reazioni chimiche. Erano sempre come il caucciù: molto elastiche appunto. La grande rivoluzione avviene quando Ziegler e Natta, quest’ultimo chimico italiano al Politecnico di Milano, riescono a fare una reazione chimica con dei catalizzatori, che ora si chiamano “i catalizzatori di Ziegler-Natta”, e creano il polistirene isotattico, ossia la prima plastica dura: quella con cui oggi facciamo le sedie, le penne e tanto altro. È stato l’inizio di una rivoluzione. Zerbi era stato un assistente di Natta e tutto quel dipartimento, che si occupava di plastica, era composto quasi esclusivamente da ex assistenti di Natta. Senza saperlo e per fortuna, solo perché mi era piaciuto quel foglietto giallo con la descrizione del corso, mi trovavo in un posto che faceva ricerca di altissimo livello. In Italia non ce ne sono tanti. Allora ce n’erano di più di quanti ce ne siano ora. Questo per me è stato veramente fondamentale. Quando arrivò il momento della ricerca, il Professor Zerbi me ne propose una nuova che non aveva mai fatto, su cui aveva letto un articolo interessante, sui polimeri fotocromatici. Un materiale fotocromatico è un materiale che cambia colore a seconda dell’esposizione della luce. Noi tutti conosciamo le lenti fotocromatiche dei vetri che cambiano colore. Nel caso della ricerca si trattava di una plastica che cambiava colore tra il bianco e il blu. Ma, a differenza delle lenti che cambiano colore se esposte al sole e che ritornano spontaneamente allo stato iniziale finita l’esposizione alla luce, questo era un polimero termo-stabile, nel senso che ci voleva la luce blu per renderlo rosso e poi la luce rossa per renderlo bianco. Non cambiava una volta che era
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