I NUMERI UNO

175 I numeri UNO - 2022 Galeotto fu il dépliant Mi è capitato fra le mani un dépliant sulle varie facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano. Lì per la prima volta ho letto di un corso di studi del tutto nuovo introdotto al Politecnico l’anno prima: ingegneria dei materiali. La descrizione mi colpì, perché capii che non si trattava di ingegneria nel senso classico. Non a caso, fuori dall’Italia la disciplina è chiamata “ingegneria e scienza dei materiali”. Ingegneria e scienza: studiavi vari campi dell’ingegneria, come quella meccanica per esempio, e studiavi i materiali, quindi la chimica e la fisica dei materiali. E, oggi, non allora, non in Italia ma fuori, si studia anche la biologia dei materiali. Una formazione altamente interdisciplinare e faceva al caso mio. Perfetta per chi come me voleva diventare scienziato, ma non sapeva di cosa in particolare. Quindi mi sono detto “faccio questo”. C’era un esame d’ammissione con circa 6’400 candidati e mi sono detto “se passo tra i primi dieci vado sicuramente al Politecnico”. Sono arrivato decimo. Era il segnale del destino. Sono andato a Milano e ho fatto ingegneria dei materiali, scelta di cui sono felicissimo perché alla fine io sono uno scienziato altamente multidisciplinare. Ho le mie specializzazioni, ma opero in tantissimi campi: a me piace fare le cose che uniscono una disciplina con l’altra. All’ultimo anno ho conosciuto il Professor Giuseppe Zerbi, una delle personalità che mi ha influenzato molto nella mia vita professionale. Lui teneva delle lezioni bellissime, ma soprattutto si vedeva che era, come dire, più scienziato degli altri: era uno che parlava di ricerca in classe. Ho

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