I NUMERI UNO

164 I numeri UNO - 2022 Rafforzare il Selbstbewusstsein Ripensandoci ora, mi rendo conto che sullo sfondo, sempre presente, c’è il Canton Ticino. Era così nella mia infanzia, lo è stato quando ho iniziato a lavorare per il turismo. In modo eclatante, con l’ETT, concepito come uno strumento per sviluppare il territorio, per aprirlo, per dargli forza. È stato così per il Settecentesimo quando sono riuscito a convincere il Consiglio federale che l’inizio delle celebrazioni fosse a Bellinzona e non a URI , Svitto o a Unterwalden. Il 10 gennaio 1991 nella Tenda Botta, splendida con tutte le luci la sera, una cosa incredibile. L’interesse mio è sempre stato quello di salvaguardare e dare forza alla minoranza. La stessa cosa è accaduta in fin dei conti, anche alla Ringier quando in associazione con Rezzonico, abbiamo lanciato il caffè. Persino alla Migros, dove le regole erano rigorose, io ricordo di aver potuto fare molto grazie alla comprensione anche degli altri delegati e dell’allora direttore di Migros Ticino Ulrico Hochstrasser per aiutare anche la produzione ticinese, i molini, la produzione agricola. E poi il Festival, da ventidue anni. Fin dall’inizio l’ho sempre visto un evento di grande importanza culturale, ma l’ho anche considerato come uno dei motori per sostenere il Ticino, per far sì che il Ticino si apra, per far sì che il Ticino venga riconosciuto o per rafforzare un certo orgoglio, quello che in tedesco si chiama Selbstbewusstsein, perché sono sempre convinto che solo un Ticino forte può essere utile al resto della Svizzera. Un Ticino debole che scompare come dice Dürrenmatt “come una zolletta di zucchero in una tazza di thè” non è credibile, né accettabile.

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