163 I numeri UNO - 2022 In quell’occasione non ho detto immediatamente di no. Ho avuto in seguito una lunga discussione con mia moglie, perché accettare avrebbe significato abbandonare una posizione di prestigio, finanziariamente interessante. Mia moglie, donna saggia e da sempre al centro della famiglia allargata sapendo inoltre che con i soldi io non ho un gran rapporto, mi fece notare che accettando l’incarico al Festival, ci perdevo finanziariamente ma sarei stato finalmente a casa e lei fu assolutamente d’accordo che questo valeva un qualche sacrificio materiale. A quel punto ho parlato con la Ringier che ha mostrato comprensione e sensibilità. Dopo un primo momento in cui si pensava che potesse essere possibile mantenere un doppio incarico, verificato che ciò non era concretamente fattibile, mi hanno messo in condizione di lasciare il Gruppo agevolandomi il passaggio a Locarno. Accettando di assumere la responsabilità del Festival al Consiglio di Stato avevo posto tre condizioni: che il debito fosse saldato; che il governo riuscisse a convincere il Gran Consiglio a stanziare un contributo annuo per Il festival; che io potessi agire in piena autonomia, precisando però che nella mia funzione avrei voluto essere sempre accompagnato dall’ispettorato cantonale delle finanze, che avrebbe potuto svolgere così una funzione continua di controllo sull’utilizzo delle risorse. Il Consiglio di Stato accettò ed eccomi qui da ventidue anni, conscio naturalmente che il cerchio sta per chiudersi.
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