152 I numeri UNO - 2022 pur essendone consapevole ancora oggi questo realismo non lo sposo, in un certo senso non ne voglio sapere. Ovviamente mi rendo perfettamente conto che succedono cose brutte, so che succedono cose riprovevoli. Però non è il mio mondo quello. So perfettamente di professare una certa ingenuità, un certo idealismo. Mi appartengono e ora posso dire che mi HANNO accompagnato lungo tutta la mia vita. Da Direttore dell’Ente del Turismo la cosa più bella, più intensa, era la sensazione di estrema libertà. Per via delle mie origini, conoscevo bene Berna e, tramite la professione di mio padre, anche la Berna federale. Arrivato in Ticino mi rendo conto di una cosa: i Consiglieri nazionali e i Consiglieri agli Stati, tutte importantissime personalità nel Ticino, a Berna non trattavano tanto con l’Amministrazione solo con il Consiglio Federale o i parlamentari loro pari. Anche l’amministrazione ticinese aveva in quegli anni settanta contatti solo sporadici con quella federale. Pertanto, per noi all’Ente Ticinese per il Turismo si aprivano delle possibilità incredibili sul piano organizzativo. Grazie anche al contributo degli intellettuali locali, inizio a veicolare un’immagine di un Ticino diverso, suscitando l’improvviso interesse della stampa confederata, che fino ad allora, del Ticino, trasmetteva una visione paternalistica e degradante riassunta nell’immagine degli zoccoletti e del boccalino. Tutto ciò, unito al fatto che come ETT non toccavamo interessi particolari ci consentiva una pressoché totale libertà di azione. Eravamo interlocutori privilegiati delle FFS, riuscimmo per esempio a convincerli a fermare il mitico TEE a Bellinzona, a introdurre treni turistici con le vecchie vetture salone ma eravamo negli anni ottanta pure i maggiori promotori della Crossair nel Ticino. Il barone Hans-Heinrich Thyssen per molte sue iniziative, come le prime mostre dei pittori impressionisti e post-impressionisti si appoggiava anche all’ETT. Eravamo così liberi che io ho potuto avere contatti diretti con il Protocollo del Dipartimento degli affari esteri e così sono arrivati anche i primi viaggi di Stato in Ticino accompagnati da schiere di giornalisti. Abbiamo incentrato la promozione del turismo sul patrimonio artistico del Ticino. Insomma, quello è stato un periodo incredibilmente vibrante e penso anche utile al
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