142 I numeri UNO - 2022 Dal boccalino al festival Nasco a Berna verso la fine della guerra da padre ticinese e mamma che proviene da una famiglia patrizia bernese. Mio padre, giurista attivo nella polizia federale degli stranieri, ne diventerà direttore nel 1974 era un uomo giusto ma rigoroso, anche in ambito familiare. In un’epoca in cui il dualismo cattolico-protestante era molto serio, chiede alla mamma di diventare cattolica e di parlare con noi figli solo italiano. Io cresco dunque in questo ambiente a Berna. Quando inizio ad andare a scuola non parlo ovviamente neanche una parola di tedesco e quello che mi sorprende immediatamente – ma dobbiamo pensare che siamo nella Svizzera degli anni Quaranta-inizio Cinquanta – è che io sono per tutti il “tchingg”. Un termine spregiativo per designare i diversi, che, a quei tempi a Berna, eravamo noi ticinesi e i poveri valtellinesi e bergamaschi che venivano in Svizzera stagionalmente e lavoravano sodo. Con il nonno Mario Solari e il padre Guido al parco Ciani nel - 1946
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=