108 I numeri UNO - 2022 Tanta fatica resa vana da… Michael Jackson Nel quinquennio 1978-1982 accaddero molte cose. Nel 1982 mi diplomai alla scuola di Marceau, uno dei cinque alunni a terminare gli studi su sette rimasti dei centotrenta che avevano iniziato tre anni prima. Marceau mi regalò le sue scarpe di scena. Pensai che fosse fatta. E invece la fatica non era nemmeno iniziata. Infatti, dall’America un cantante e ballerino straordinario, Michael Jackson, rendeva pubblico il MOONWALKING. E il MIMO, in quanto “arte” in sé, era finito. In cinque minuti l’artista americano, mostrava tutto (e bene) quanto escogitato dai miei maestri in cinquanta anni di ricerca. Che fare? Beh, prima di tutto togliermi dalle scatole il servizio militare/civile, che ormai vivevo come una spada di Damocle, al termine del quale, nel 1984, dopo il congedo, arrivai a Berna, sempre con tre valigie, ma ora con ruote. Il tedesco mi fece sentire diverso. Era incomprensibile, indecifrabile, non indovinavo mai un significato, nemmeno il tono mi aiutava, e poi erano due gli idiomi: c’era lo svizzero tedesco e il tedesco vero e proprio. Un macello. A poco mi servirono il latino, l’italiano e il francese. Il greco sì, in farmacia: Apotheke. Non mi restava che impararlo, del resto dovevo iniziare da zero: il mimo lo avevo messo a maggese, a riposo. Pensai alle centinaia di emigrati italiani e non, che arrivavano in Svizzera con valigie piene di generi alimentari. Oggi si sorride, ma un nuovo idioma, si chiama lingua, ed esce, ed entra, dalla bocca, come il cibo. In tedesco si dice Sprache, si parla, in francese e
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