104 I numeri UNO - 2022 Voglio diventare un MIMO Arrivai a Bologna, dove mi iscrissi all’Università di Lettere e Filosofia e all’Accademia di Arte Drammatica. Di mattina studiavo nella nuova facoltà fondata da Umberto Eco e il pomeriggio lo passavo in Accademia. Dopo un anno, però, successe di nuovo qualcosa. Una sera, dopo aver assistito a uno spettacolo, andai a chiedere l’autografo a un’attrice famosa. Lei mi chiese cosa facessi e che sogni avessi: “Voglio diventare un MIMO” risposi. “Allora devi andartene dall’Italia. Vai a Parigi, lì c’è il meglio. Un mimo che non ha studiato in Francia non sarà mai un mimo credibile” disse lei. Rimasi di sale. All’estero? Da solo? Lontano da casa, dagli amici, dal bar e dai passatelli della domenica? Ma in realtà non ci pensai su molto, perché presi la decisione di interrompere l’Accademia e di mantenere l’Iscrizione all’Università. Per fortuna. Perché sono convinto che la teoria nello studio del teatro sia necessaria, e non solo la sua pratica. Non fa male sapere quando è nato Shakespeare, 1564, come l’Acqua Panna. Permettetemi di aprire una parentesi. Imparare a memoria date (chissà mai da chi ho ereditato questa abitudine) e fatti, salvandoli nella propria memoria portatile, il cervello, ha un grande vantaggio: evita di viaggiare con libri o notebooks, rende più leggeri e consente di avere le mani libere. Perché vi racconto tutto ciò? È importante sapere che il teatro è nella storia, non in una sala chiusa. Così come il Diritto, la Botanica, l’Agricoltura e la Medicina. Meglio è leggere della “resistenza” dell’Arte Drammatica alle epoche,
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