47 I numeri UNO - 2021 Ho tirato dritto senza ripensamenti Raggiungere quel traguardo non è stato semplice, qualcosa “sul campo” l’ho dovuto sacrificare: per esempio la mia identità di donna. In effetti a quell’epoca in azienda mi chiamavano con il nome del mio diretto superiore: lui era Giovanni e io, di rimbalzo ero “Giovanna”. In buona sostanza, per essere presa in considerazione dovevo evitare che gli altri pensassero di avere a che fare con una ragazza. A quel punto ho vissuto un primo momento di sbandamento. Mi sono chiesta se ne valesse la pena. Ma, come detto, è stato un momento, poi ho tirato dritto senza ripensamenti. Non ho più cambiato settore. D’altronde, con il tempo, mi sono resa conto che ero sempre più apprezzata come professionista. L’idea di cambiare settore, o ambito di lavoro, non mi ha più sfiorato. Sono rimasta lì. Lungo la mia carriera, stiamo parlando di quasi cinquanta anni, non ho cambiato molti posti di lavoro. Mi è successo quattro o cinque volte. Sempre restando in piccole strutture. Non ho mai amato quelle grandi. Ho sempre privilegiato ambienti di lavoro dove fosse possibile una crescita in una dimensione umana. Le scelte che hanno caratterizzato il mio percorso fra l’85 e il ’95, sono state più che altro di tipo manageriale. Negli anni precedenti, avevo capito, visto e sperimentato che molti uomini - all’epoca in ruoli manageriali c’erano solo uomini - arrivati in posti di comando, in realtà, avevano difficoltà nella gestione del capitale umano. Un conto è essere uno specialista di settore, diverso è essere capace di gestire gli esseri umani, di motivarli, di farli crescere, di tenere insieme
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