30 I numeri UNO - 2021 La Fondazione TERA La decisione era in gestazione da tempo. Negli anni avevo, infatti, continuato a insegnare la fisica medica a un corso postlaurea della Statale di Milano e nel 1990 avevo partecipato a un concorso universitario vincendo una cattedra di fisica medica, prima a Firenze e poi a Milano. Inoltre, pur lavorando intensamente alla fisica bella del CERN, seguivo costantemente l’evoluzione delle applicazioni degli acceleratori alla terapia dei tumori. Avevo così visto che negli Stati Uniti e in Giappone si cominciavano a utilizzare fasci di radiazioni diverse dai raggi X per trattare, con più precisione ed efficacia, i tumori solidi. Si trattava di fascetti di protoni e ioni carboniocon, fascetti - costituiti da milioni di particelle al secondo - che hanno un diametro di qualche millimetro e sono accelerati - per esempio da un sincrotrone - fino a 0,25 GeV (per i protoni) e 5 GeV (per gli ioni carbonio) in modo da raggiungere tumori solidi che si trovano anche a profondità di 30 cm nel corpo del paziente. Il trattamento è indolore, dura uno o due minuti e il paziente torna al Centro ogni giorno per quattro-cinque settimane. Le energie di protoni e ioni carbonio sono molto basse rispetto a quelle usate nei sincrotroni del CERN e, quindi, gli acceleratori sono molto più piccoli; per esempio per gli ioni carbonio sono sufficienti sincrotroni che hanno diametri dieci volte inferiori ai duecento metri del Protosincrotrone del CERN. Con i protoni si possono irradiare tumori profondi con precisione millimetrica, rispar-
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