21 I numeri UNO - 2021 Un grande cambiamento: il CERN Alla fine degli anni Sessanta avevamo quattro figli e il carico familiare era tutto sulle spalle di mia moglie perché io ero impegnato su molti fronti: il coinvolgimento nella stesura di una legge di riforma dell’Istituto Superiore di Sanità (seguito ai movimenti del 68 che erano giunti fino in Istituto), l’impegno in Commissione Tecnica, la scrittura di ‘Fisica delle radiazioni’, l’insegnamento, le attività dei miei due gruppi di ricerca e, inoltre, le mie ricerche personali in fisica teorica con Franco Selleri. Fu in quel momento che decisi di voltar pagina, di lasciare le ricerche in fisica dei nuclei e degli atomi ed entrare nel mondo delle particelle fondamentali studiato al CERN, che mi aveva affascinato quando dopo laureato vi avevo passato un periodo da borsista. Spinti da una serie di circostanze, decidemmo così di lasciare temporaneamente Roma per andare a Ginevra dove arrivammo in sei alla fine del 1971 grazie a un ‘Research Associateship’. Al CERN ho cominciato a lavorare nel campo delle particelle elementari, che non esistono in natura ma sono prodotte (i fisici dicono ‘create’) quando collidono con grande energia le particelle stabili e le loro antiparticelle, come gli elettroni, i protoni, gli antiprotoni, i nuclei di piombo etc. Una parte dell’energia, portata nelle collisioni dalle due particelle che collidono, si trasforma nella massa di nuove particelle che, create nella collisione, ‘decadono’ in meno di un milionesimo di secondo in altre particelle più leggere.
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