174 I numeri UNO - 2021 italiano, tramite fondi della Direzione generale per la Cooperazione e lo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, che ci ha consentito di creare un ospedale a Makeni, che abbiamo gestito per tre anni di fila, riuscendo a completare, su tutto il territorio, un censimento dei bambini che avevano subito amputazioni. In seguito, abbiamo dato vita a programmi in Kenya, in Burkina Faso, in Uganda. Poi, la grande svolta: abbiamo allargato il nostro raggio d’azione all’India, nella zona rurale del Maharashstra, dove ormai da sette/otto anni siamo una presenza irrinunciabile. Siamo infatti diventati, pur se la nostra priorità restano i bambini, un riferimento e un presidio medico chirurgico per un’area e una popolazione di circa un milione di persone. In India la società è ancora strutturata per caste. Di fianco all’ospedale dove lavoriamo che si chiama Santa Julia, ed è cattolico in un India prevalentemente induista e musulmana – c’è la grande bidonville che sta al di là della strada, dove vivono decine di migliaia di persone che appartengono alla casta Dalit, il livello sociale più basso. Per intenderci: gli animali specie quelli domestici e da cortile o una mucca per una famiglia indiana valgono più di un Dalit. I quali non hanno carta d’identità, non hanno nessun diritto giuridico, niente di niente. Fin dall’inizio il GICAM si è data una sua precisa identità. Innanzitutto, i fondi raccolti sono destinati a sostenere esclusivamente l’attività medico chirurgica. La seconda cosa che ci contraddistingue è che noi andiamo in Africa e in India a fare la stessa chirurgia che facciamo a Locarno, a Praga, a Montréal, a Sydney a Milano e Roma. Non pratichiamo chirurgia di “serie B”. Nelle nostre missioni non coinvolgiamo gente che “deve farsi le ossa”. Assolutamente no! Sarebbe impensabile per noi. Noi garantiamo gli stessi interventi che effettuiamo nei grandi ospedali. Il luminare capo della chirurgia plastica di Praga, per esempio, è uno dei nostri chirurghi di punta e appena può si ritaglia un paio di settimane, parte per l’India con tutto il suo staff e fa delle cose straordinarie. Nelle nostre missioni, ci troviamo a operare anche casi che in Europa e America non vedia-
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