I NUMERI UNO

170 I numeri UNO - 2021 nard in Sudafrica nel ’68, esattamente trent’anni prima. Ci pose una domanda semplice: “hanno trapiantato tutto… possibile che non possiate trapiantare una mano?”. Per me è stato un episodio di sincronicità incredibile. Jung diceva che la sincronicità è una connessione di eventi non causali. Conseguenza di dinamiche che collegano delle persone e degli eventi in maniera inspiegabile, a meno che non ci riesca oggi la fisica quantistica. Dall’interrogativo posto dal signor Hallam prende corpo il progetto. L’Australia si mostra riluttante, perché è una prima mondiale. Gli ostacoli apparentemente sono tanti: il fatto che la parte trapiantata sia visibile, che sia una mano quindi con impronte digitali diverse da quelle del ricevente. Facciamo un tentativo con Londra. Anche lì incontriamo un po’ di difficoltà burocratiche, finché si fa strada una possibilità a Lione grazie ad un collega chirurgo molto conosciuto nell’ambiente: Jean-Michel Dubernard, scomparso recentemente. All’epoca, era anche vice-sindaco di Lione e si dice convinto che in Francia si possa fare. Parallelamente veniamo a conoscenza che un gruppo americano nel Kentucky sta pensando di effettuare un trapianto. Parte allora una specie di corsa a distanza per realizzare quello che viene considerato il “mito” Con due piccole pazienti indiane, che sono ora anche mie figlie adottive

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