134 I numeri UNO - 2021 Prima di tutto napoletano Sono molto fiero e felice delle mie radici di uomo del Sud dell’Italia e in qualche modo amo ostentarle. È un lusso che in Svizzera non possono permettersi tutti. Sicuramente non i nostri connazionali della prima emigrazione confrontati con difficoltà oggettive e una certa intolleranza. Io invece sono stato fortunato. Sono stato chiamato in Svizzera dall’Università di Berna, che, dopo un concorso internazionale, decise di assegnare il posto di Direttore dell’istituto “addirittura” a un napoletano, nell’immaginario collettivo un potenziale azzardo sociale, mettiamola così… A posteriori, considero questa una dimostrazione di lungimiranza e non solo di apertura da parte della Svizzera. Una testimonianza del suo cambiamento, perché la Svizzera che mi ha accolto non è certo quella che hanno incontrato gli emigranti del secondo dopoguerra. Le cose da allora sono cambiate. Basti guardare il successo generalizzato degli italiani nel mondo. Personalmente, oggi non è che mi senta più italiano che svizzero. Se mi avessero posto la stessa domanda vent’anni fa avrei risposto diversamente. Oggi, mi considero sinceramente un cittadino del mondo. E se qualcuno mi chiedesse chi sono realmente risponderei: un napoletano. Le mie radici sono quelle: il cibo, il mare, sono un certo modo di parlare, di gesticolare, di fare battute, ma anche di pensare, di agire, di affrontare problemi inattesi. Sono profondamente orgoglioso di essere napoletano, senza riserve, fiero della nostra storia millenaria, della bellez-
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