130 I numeri UNO - 2021 Il gusto per la scrittura Come accennavo, negli ultimi tempi ho sviluppato il gusto per la scrittura. Non quella delle pubblicazioni scientifiche, che sono parte integrante del lavoro di un ricercatore. Mi riferisco a scritti pensati con l’intento del divulgatore. Devo dire che già da bambino mi piaceva spiegare: in qualche modo inconsapevolmente ero già un insegnante. Quando capisco qualcosa sono così contento di averla appresa che la devo per forza spiegare agli altri. Ovviamente più la tua carriera avanza e più aumentano le cose che capisci e che hai voglia di trasmettere. Quando ho iniziato a fare il mio lavoro, da giovane, mi capitava delle volte di fare delle conferenze pubbliche e la cosa mi divertiva. Senza rendermene particolarmente conto avevo un certo successo; la gente, alla fine, si avvicinava e mi diceva: “professore, grazie, ho capito finalmente questa cosa come me l’ha spiegata”. Ricordo che già molti anni fa dicevo a mia moglie: io “da grande” farò lo scrittore, scartata l’ipotesi di dedicarmi direttamente alla cosa pubblica, attraverso un impegno civile e politico, un’opzione che per una serie di motivi ho messo nel cassetto. Mi è sempre piaciuto scrivere, in realtà. Quando ero al liceo ero bravo in italiano, forse più che in fisica. Nel 2015 - mentre ancora lavoravo attivamente a Berna - la casa editrice del Saggiatore mi chiama e mi chiede se voglio scrivere un libro per loro… volevano che scrivessi un libro di divulgazione sulla fisica delle particelle. Accolsi la proposta a dir poco con entusiasmo. Non so dove ho trovato il tempo, perché all’epoca lavoravo venticinque ore al giorno, ma ce l’ho fatta.
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