109 I numeri UNO - 2021 …la Svizzera Qui siamo felici, anche se è più un posto di lavoro che di vita. Un posto che non ha eguali se vuoi realizzare qualcosa. In nessun altro Paese avrei mai potuto realizzare quello che abbiamo realizzato qui. In Italia, non ci sarei mai riuscito. In Italia, ci sarebbero volute due o tre vite e forse non sarebbero bastate. Qui la burocrazia e le istituzioni non ci hanno ostacolato. Al contrario, ci hanno sostenuto. Anche con l’idea del Museo dell’Albero. Inizialmente, magari, mi hanno preso un po’ per il pazzerello di turno, mi hanno persino chiesto: “ma è sicuro che non vuole fare un giardino botanico?”. Poi, vista anche la mia ostinazione, hanno invece compreso che non si trattava di un’idea balzana, o di riprodurre qualcosa che già c’era, ma di realizzare un progetto che aveva un suo obiettivo ben preciso e un messaggio positivo da trasmettere. È molto probabilmente anche per questo che siamo riusciti ad avere in affitto i 10 ettari - 2,5 dei quali sono al momento ancora inutilizzati - dove abbiamo costruito la nostra sede centrale e il Museo dell’Albero, dal convento delle suore di clausura a cui il terreno appartiene. Con mia moglie abbiamo spiegato loro cosa intendevamo fare di quello spazio. Ci hanno ascoltato, poi si sono riunite in conclave e attraverso un voto espresso con delle pietre: bianche, quelle a favore, nere quelle contro, hanno deciso di accogliere la nostra proposta. Non ho mai saputo come quale sia stato l’esito della votazione delle 14 suore. In ogni caso, le pietre bianche hanno prevalso, l’esito è stato positivo, e con il convento siamo sempre in ottimi rapporti.
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