105 I numeri UNO - 2021 Dentro il museo, ci sono questi alberi che ho salvaguardato, che ora hanno ritrovato il loro posto nella terra. Alberi, molti dei quali a rischio di estinzione, che hanno un valore intrinseco, perché sono portatori di vita. Ci danno l’ossigeno, ci danne le vitamine, sono fonte di sostentamento e di bellezza. Se non capiamo questo allora sì che abbiamo un grosso problema. Attorno a loro ho creato un ambiente che mi permettesse di comunicare a chi lo visita questo pensiero. È un luogo di contemplazione e di riflessione. Anche questo rientra nel nostro modo di concepire il nostro lavoro. C’è l’azione: noi elaboriamo progetti e li realizziamo, noi costruiamo mobili. E c’è la contemplazione: nei progetti che realizziamo, nei mobili che costruiamo, nelle piante che curiamo c’è la consapevolezza di quanto fondamentale sia la forza del messaggio che vogliamo trasmettere. Azione e contemplazione, che sono alla base del nostro successo. Che indubbiamente, all’inizio ha comportato anche dei problemi e dei rischi, che con la mia famiglia, la quale mi ha sempre sostenuto, abbiamo condiviso e valutato. Ci abbiamo impiegato un po’ di anni, ma oggi sono convinto di poter affermare che questo matrimonio fra azione e contemplazione, con la benedizione di una sempre ponderata riflessione, sia finalmente compreso. Adesso anche tutti gli architetti che vengono da noi si rendono conto che: “qua non parliamo del fiorellino ma parliamo di microclima, parliamo di luce, parliamo di ombra… parliamo di vita”. È un pensiero che ci deve costantemente accompagnare: noi dobbiamo esser in grado di coniugare la tecnica, che ovviamente non è negativa, anzi può essere estremamente utile, con la natura. Se la tecnica uccide la natura, perché la distrugge come vediamo accadere anche troppo spesso in molte parti del mondo, c’è evidentemente qualcosa di profondamente sbagliato. Pensiamo, per restare anche solo alla più recente attualità, alle conseguenze che ha la distruzione speculativa della foresta pluviale. Non possiamo ignorare quanto nefasti possano essere gli effetti di una industrializzazione e
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